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Gay & Bisex

ERA ALLA RICERCA DI UN CULETTO STRETTO


di RedTales
12.10.2024    |    4.683    |    9 9.6
"“Sempre se ti va e se non ti fa male..."
Un altra pagina del diario. Il racconto inizia nel maggio del 1995 anche se poi la storia prosegue per diversi mesi… Che nostalgia nel rileggere e riadattare queste intime confidenze che mi facevo… Avevo 33 anni, già una convivenza di quattro alle spalle, ma sempre… tanta voglia di cazzo.

A quei tempi ero giovane e frequentavo alcuni locali, specialmente la sera, più per stare in compagnia che per altro. Quell’uomo che vedevo spesso nei bar lo conoscevo, anzi lo conoscevano in tanti perché aveva la fama di portarsi a letto ogni ragazza disponibile. Frequentavamo gli stessi locali e, benché avesse parecchi anni più di me, era solito scherzare anche con me. Non so come ma, nonostante tenessi la mia vita sessuale ben segreta, era venuto a sapere che mi piaceva il cazzo e più di una volta, quando nessuno poteva ascoltarci, mi aveva fatto delle avances alle quali avevo sempre risposto picche.
Quella sera, lasciati gli amici mi avviai a piedi verso casa quando mi si affiancò e, abbassato il finestrino, mi propose per l’ennesima volta di andare da lui a provare il suo cazzo: “così ti fai una ragione e poi non te lo chiedo più. Una cosetta veloce. Dai! Cosa ti costa? Anche se non sono il tuo tipo fatti andar bene il cazzo… Lo so che il cazzo ti piace.”
Non so il motivo ma quella volta, forse perché era da un po’ che non scopavo, forse perché stava piovendo, o per chissà quale altro motivo, accettai.
Salii con lui che, soddisfatto, mi disse che mi avrebbe portato da lui e, in un modo che proprio non mi piacque concluse con un: “vedrai che ti farò godere alla grande.” Lungo la strada provò a chiedermi quali posizioni mi piacessero ma fui piuttosto restio a confidarmi, tanto che alla fine buttò lì un: “ne facciamo una veloce, poi se ti va una con calma. Ti attira l’idea? Ti metti tutto nudo vero? Mi piace vedere l’altro nudo…”
Risposi quasi a monosillabi continuando a chiedermi se avessi fatto una cosa furba…
Arrivati a casa ci spogliammo e mi accorsi subito che le tante chiacchiere che giravano su di lui non erano poi campate in aria perché lì sotto era messo proprio bene. Il fisico prestante lo conoscevo ma la sorpresa “nascosta” mi fece proprio piacere.
“Ti va bene se la facciamo classica? Visto che è la prima volta ti scopo tradizionale…”
“Cos’è per te classica?”
“Tu sotto a pancia in giù e io sopra.”
“Ah!” esclamai. Forse lo feci con un tono che non gli piacque perché continuò: “cosa credi? Mica mi piace solo la fica. Il culo mi tanto solo che quelle fanno così fatica a dartelo. Così quando ne ho voglia cerco qualche maschietto. Ma questo mica si deve sapere. Sai che sputtanamento?”
“Ah!” aggiunsi prima che continuasse: “adoro i culi stretti dei maschi. Ti avvolgono come un guanto. Altro che fiche… Ma tu ce l’hai stretto?”
“Sì, credo di sì…” dissi sorpreso.
“A vedere il culetto che hai direi che è strettissimo. Ma ne hai presi tanti?”
“No, pochissimi…” mentii.
“Dai, vedi che mi tira, mettiti giù.”
Effettivamente gli era diventato duro ed era proprio un bell’affare. Avrei voluto gustarlo in bocca, ma preferii non prendere iniziative e lasciai che facesse tutto lui.
“Una veloce, così, solo per la voglia di incularti e di svuotarmi. Se poi… sì, se poi ti va, magari ne facciamo un’altra. Va bene? Ah! Se ti fa male dimmi che faccio piano.”
Mi stesi e allargai le gambe e vedendolo così grosso gli chiesi se avesse un po’ di crema. Prese un vasetto di Nivea e me la spalmò tra le chiappe e ne mise altra sul pene. Non dissi nulla ma ero abituato a ben altri lubrificanti…
Mi venne sopra, si tenne sollevato appoggiandosi sulle braccia che notai robuste e muscolose e dopo alcuni passaggi mi centrò e, liscio come un coltello caldo sul burro, mi penetrò.
Lanciai alcuni gemiti recitando la parte di quello che prova un po’ di male ma in realtà provai solo un gran piacere nel sentirlo entrare. Era proprio un bel cazzo.
Gentilmente si fermò e mi chiese se poteva continuare. Dissi di sì e, pur riprendendo a mugolare, me lo gustai sentendolo arrivare dentro fino alle palle.
Pieno. La sensazione che provai fu quella di essere pieno. Forse per la posizione che non usavo quasi mai ma ebbi davvero un profondo senso di piacere.
“Vado?” disse prima di partire e, continuando a tenersi leggermente sollevato dal mio corpo iniziò a darci dentro con il bacino in un modo favoloso.
Questa volta mi misi davvero a “miagolare” per il piacere e mi persi nel gustare quanto ci sapeva fare.
Purtroppo fu una scopata assai breve, perché pochi minuti dopo esplose in un rumoroso orgasmo e mi riempì il culo.
“Grande! Hai un culo che calza proprio come un guanto. Lo dicevo… Dieci colpi e ho sborrato. Che culo!”
Si alzò e si pulì il pene con dei fazzoletti e me ne mise alcuni tra le chiappe: “così non sgoccioli. Ne ho fatta tanta. Se ti alzi la pisci fuori…”
“Sì.”
“Allora? Ti è piaciuto? Male? Che te ne pare?”
Avrei voluto dirgli che era stato terribilmente favoloso ma… troppo, troppo veloce e che mi aveva fatto venire l’acquolina per poi lasciarmi a bocca asciutta ma dissi solo che era stato bravo.
“Che dici, si può fare un altro giro. Il secondo duro tanto però… Se ti fa male dimmelo che mi fermo. Ti brucia o facciamo ancora?”
L’idea mi piacque immediatamente ma non volli sembrare sfacciato e… affamato e risposi con “garbo”: “sì, tutto bene. Ti ho sentito. Lo hai proprio grosso. O forse ho io il culo stretto. Ma se vuoi possiamo fare ancora… se ti va. Ma ti tira ancora?”
Mi resi conto dell’inutilità della domanda quando si girò: aveva il cazzo durissimo.
“Mi metto come prima?”
“Sì, sì, va bene.”
Mi tornò sopra e un attimo dopo era di nuovo intento a scoparmi. Questa volta durò almeno dieci minuti, forse più e mi fece letteralmente impazzire al punto che il mio cazzo, stimolato da quel forte movimento, e continuando a frugarsi sul lenzuolo finì per farmi sborrare e, ovviamente, godere. Mi procurò un prolungato orgasmo e per tutto il tempo diffusi nella stanza continue lallazioni che accompagnarono l’intera durata del coito.
Alla fine, con dei grugniti simili ai primi, si svuotò per la seconda volta, fermandosi ed uscendo subito e lasciandomi con il culo in fiamme per il piacere. Anche questa volta si pulì e mi passò altri fazzolettini.
Tenendoli ben stretti contro l’ano gli chiesi di andare in bagno dove, seduto sul bidet, mi svuotai dei liquidi mentre lui, al mio fianco, con il cazzo a mezz’asta, si mise a fare una lunghissima pisciata.
“Bene, no? A me è piaciuto tanto. Hai proprio un culo che sembra fatto apposta per prendere i cazzi. Si vede che ne hai presi pochi, è proprio stretto. Guarda: mi hai tolto il fiato.”
Restammo un po’ a parlare e, anche se gli rispondevo cercando di guardarlo in faccia, mentre ero seduto sul bidet, non potevo che fissare il suo cazzo che, ancora abbastanza dritto e duro, era proprio a venti centimetri dalla mia bocca. Avrei voluto spalancarla e succhiarglielo per scoprire il suo sapore ma… feci il timido e rimasi fermo.
Lui continuò, parlando molto di me e del mio fisico, di come gli piacesse e alla fine, anche se timidamente, propose di fare la “bella”.
“Sempre se ti va e se non ti fa male. Però ti avviso subito. Con la terza duro tantissimo e sono davvero lento a venire. A volte neanche ci riesco...”
Scioccamente fraintesi e gli dissi: “beh! Ci sta che alla terza ti vada giù…”
“No! No, non mi va giù, resta duro ma ci metto tanto. Davvero e più di qualche ragazza mi ha fermato perché gli facevo male alla passera. Figurati al culo. Non ci riesco quasi mai, inizio e dopo devo smettere. Non mi fanno mai finire…”
Rimasi interdetto pensando che se quello che diceva era vero mai mi sarei sognato di fermarlo…
A quel punto buttai lì un: “proviamo…”
Ritornammo sul letto e mi volle ancora a pancia in giù. Quando entrò era nuovamente perfettamente in forma e continuò a sbattermi forse per mezz’ora facendomi letteralmente morire e restare senza fiato dal piacere, al punto che, quando mi chiese: “va bene? Continuo? Ce la fai?”, in debito d’aria e mangiandomi le parole risposi: “sì, sì, sì… continua. Continua non fermarti…”
Alla fine raggiunse il terzo orgasmo e questa volta, invece di spostarsi, mi si appoggiò contro. I corpi erano madidi di sudore e sentivo il suo colarmi addosso dappertutto e, per la prima volta, mi resi conto che pesava, pesava tantissimo.
Alcuni minuti dopo si alzò e se ne andò in bagno. Notai che il letto era bagnato del nostro sudore e che alzandomi mi ritrovai a sgocciolare dal culo e pensai come diavolo avesse fatto ad aver sborrato ancora…
Lo raggiunsi in bagno. Era seduto sul water con le braccia appoggiate alla ginocchia che reggevano la testa. Era davvero sfatto.
Mi sorrise mentre mi accomodai al suo fianco sul bidet dove spinsi fuori quanto avevo nel culo facendo alcune scoregge e poi una lunghissima pisciata liberatoria.
“Ma non ti tira mai?”
“Poco. Però mi diventa duro se ci giochi…”
“No, non mi interessa. Anzi, meglio che sia così piccolo. Tanto non te lo tocco. Ho voglia solo del culo…”
Parlammo un poco, quasi esclusivamente della lunghissima scopata che ci aveva coinvolti. Alla fine mi raccomandò di non dire a nessuno del nostro incontro.
Una volta rivestiti mi accompagno in macchina fin sotto casa e, prima di andarsene, aggiunse che: “ne facciamo qualcun’altra, vero? Dai, i prossimi giorni ti becco in giro.”
Gli sorrisi per confermare che la proposta mi andava bene, anzi benissimo. Avrei voluto buttargli le braccia al collo, baciarlo e dirgli quanto mi fosse piaciuto ma… non feci e non dissi nulla.
Ci incontrammo ancora diverse volte.
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